lunedì 17 dicembre 2012

Crederci o non crederci, ecco il problema

Serse Cosmi è un motivatore sanguigno, un viscerale. Un uomo da battaglia, un grintoso. Sempre disposto a metterci tratti somatici e firma. Come qualunque allenatore, possiede un nemico certo: i risultati. Quelli che a Siena, ultimamente, sono mancati. Lasciando la Robur in fondo a quella classifica difficile da scalare, dopo quei sei punti di penalità da smaltire, inflitti ancora prima che la stagione ufficiale cominciasse. Proprio l'handicap di partenza, però, spiega quanto la decisione della sua società di esonerarlo, in coda al derby di Firenze, sia sostanzialmente ingiusta. Perchè questo torneo, a tutt'oggi, è tutt'altro che negativo: come asseriscono i diciassette punti conquistati sin qui sul campo. Più di quelli collezionati da tante altre concorrenti alla salvezza. Il pallone non sa aspettare, lo sappiamo. E scorre, tradizionalmente, troppo veloce. E, forse, le apparenze possono ingannare chi governa il traffico e deve decidere. Di certo, ora il club è immerso nella paura di non farcela. O troppo impegnato a parare le insidie di una certa involuzione palesata della squadra. In luogo di Cosmi, intanto, è arrivato Iachini, mediano in campo (non molti anni addietro) e capitano pragmatico in panchina. Quello che può definirsi un clone del suo predecessore, sotto parecchi aspetti. Uno che ci crede, come si dice. Così come, nella salvezza, credeva anche il tecnico umbro. Al contrario, magari, di altri: tutti sistemati dietro a una scrivania.