Certe curve esagerano. Molte sono recidive. Nella
zona più franca che c’è, scranni del Parlamento a parte, si ripetono ingiurie,
inni beceri, minacce, apologie di reato e chissà che altro. La nuova ondata
repressiva del Palazzo colpisce qua e là: risvegliando le proprie coscienze,
prima ancora di quelle del nemico più o meno dichiarato. Ieri, pagava il popolo
più fedele alla Juventus: curva chiusa alla professione del tifo, come da sentenza
recente della giustizia sportiva. Ma un settore totalmente vuoto, in uno
stadio, non è uno spettacolo decente. Soprattutto, se l’impianto è nuovo e
polifunzionale: dunque, assolutamente a norma e perfettamente agibile. Il club,
allora, prova ad aggirare l’ostacolo. E, anche meritoriamente, propone di
dirottare su quegli spalti un oceano di bambini, con le proprie famiglie.
Chiamatela operazione-simpatia o come preferite: certe iniziative vogliono
rappresentare un messaggio, una speranza. E, poi, impreziosiscono la retorica che
soffia sempre forte negli studi delle televisioni generaliste o nei fondi di
qualsiasi colonna di giornale. Ben vengano, quindi. Nel mezzo di
Juventus-Udinese, però, quell’oceano di gioventù candida e gaudente si lascia
trasportare. E fuorviare. Sarà per il palcoscenico che lo ha accolto. Sarà per
le cattive abitudini che viaggiano per il web
e che, perciò, si autopubblicizzano, corrodendo la nostra quotidianità. Sarà
per il progressivo imbarbarimento dei costumi, che così velocemente spazza
questo paese. E sarà anche perché chi accompagna i giovanissimi festanti - gli
adulti, evidentemente - non pensa neppure per un secondo a limitare gli effetti
di un entusiasmo che va al di là del garbo (giusto: in Italia si può fare e
dire di tutto, perché intervenire e interferire sullo show che avanza?). Comunque, ad ogni rimessa dal fondo di Željko Brkić, il
portiere serbo della formazione friulana, corrisponde puntualmente un controcanto persino
spiritoso, ma ugualmente offensivo. Che, indubbiamente, finisce per ammaccare
le finalità di un’iniziativa incoraggiante. Lasciandoci pensare seriamente che
ogni goccia di speranza, in realtà, va guadagnata con lavoro duro e profondo:
sulla mentalità dell’italiano medio. E che tanti piccoli tifosi, nella
penisola, crescono. Male.