lunedì 8 ottobre 2012

Baldini e la stampa

Quella Roma che non carbura fa arrabbiare la tifoseria, inorgoglisce gli avversari storici di mastro Zeman e, magari, non perturba affatto il boemo, protetto dal castello invincibile delle sue idee. Sembra addirittura che, tra la fase difensiva applicata male e gli incidenti di percorso che tutti sembrano aver collocato nel preventivo e di cui, però, nessuno si ricorda quando è il momento giusto, alberghino pure i primi attriti interpersonali. O, magari, semplicemente i primi disguidi di natura tattica. Tra il tecnico più integralista del pallone di casa nostra e la figura più rappresentativa, dopo Totti, della squadra. Oppure tra lo stesso coach e Osvaldo, artigliere in difficoltà. Due nazionali, peraltro: non gente qualunque. Voci, insinuazioni: tradotte sulla carta di tutti i quotidiani o svelate tranquillamente nei salotti televisivi nazionali da chi fa il proprio lavoro. Gente che non sta al suo posto, i giornalisti: il direttore generale Baldini, nella settimana che segue la difatta di Torino e precede la sfida con l'Atalanta (vinta), se ne lamenta. Solo che poi, nell'anticipo domenicale che accoglie il ritorno al successo della Roma, sia Osvaldo che De Rossi partono dalla panchina. Sorridendo, certo: ma pur sempre dalla panchina. Rafforzando la tempra di Zeman, che evidentemente non si lascia intimidire dai nomi e dai cognomi. E avvalorando le tesi infrasettimanali della stampa visionaria. Che, spesso, indovina il cuore il problema.