Galliani, Barbara Berlusconi: due poltrone per un solo
vicereame, quello del Milan. E due
personalità unite da un fragile ed inconfessabile segreto: per l’effetto del
quale l’anziano plenipotenziario, quanto prima, toglierà il disturbo. Al di là
delle dichiarazioni di comodo. Perché in certi ambienti è così: tutto va bene,
sino a nuovo ordine. E, dietro, l’ombra incombente del padrone Silvio. Che ha
già deciso di rinnovare: proprio tutto. E, contemporaneamente, di salvaguardare
l’armonia di famiglia: e ci mancherebbe, del resto. Quel padrone che, da tempo,
non ama Allegri. E che, nel tempo, più volte ha provato a defenestrare. Senza
riuscirci. Incocciando proprio nella dura corteccia di Galliani. Questa volta,
però, è davvero finita. E non solo per il tecnico, travolto da un ragazzo che
si chiama Domenico Berardi e che arriva da Cariati. Travolto dal Sassuolo. E travolto, innanzi tutto, dal suo stesso
destino, già tracciato e persino pubblicizzato con anticipo larghissimo: sei
mesi. E’ davvero finita, nel frattempo, anche per il Richelieu più longevo
d’Italia. Al quale era stata recentemente affidata la titolarità dell’area
tecnica. Costata anche abbastanza: cioè, la cessione dell’area amministrativa e
organizzativa. Barbara, però, scalpitava e scalpita ancora. Consapevole di
possedere spalle larghe e, soprattutto, coperte. Sufficienti, alla prima
occasione utile, per intervenire duramente. La figura magra di Sassuolo è
inaccettabile, detta. E, immediatamente dopo, cala il sipario. Due poltrone
sono troppe, in un vicereame. Solo una regge. L’altra è puro cartone. E le
bugie, nel calcio prima che altrove, affiorano presto.